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Sostenibilità: cambiare si può

Atika, la prima casa interamente ecosostenibile a Roma

di Francesco Paolo Pellegrino

Nei pressi dell’auditorium parco della musica è stato installato per la prima volta a Roma un modello di casa intelligente ad alto risparmio energetico.

Il suo nome è Atika ed è stato progettato da Velux, azienda leader nel settore dei serramenti per tetti, e sponsorizzato da Roma Energia.

L’obiettivo del prototipo è quello di fornire un alto comfort abitativo coniugato ad un bassissimo uso di risorse energetiche, addirittura meno del 75% rispetto ad un’abitazione normale.

Il progetto della casa ricalca quello della domus romana, casa mediterranea per eccellenza.

Gli spazi interni, infatti, sono introversi, cioè affacciano su di un patio centrale, che divide la zona giorno dalla zona notte.

La copertura è costituita da un insieme di falde a diversa inclinazione, in modo da catturare e filtrare la luce in base alle ore del giorno ed alle stagioni, mentre i vetri sono schermati in modo tale da impedire il surriscaldamento solare d’estate e potenziare l’isolamento durante l’inverno.

Sul tetto sono installati dei collettori solari in modo da produrre acqua calda sanitaria e riscaldamento.

Colpisce inoltre l’estrema flessibilità degli ambienti che possono essere aperti completamente oppure chiusi a seconda delle condizioni climatiche esterne.

Se si pensa ad un’abitazione ad alto risparmio energetico come a qualcosa di scomodo e sgraziato visitando Atika si cambia subito idea.

Gli interni sono di una eleganza minimale, gli arredi progettati sin nel minimo dettaglio, il colore bianco delle pareti è spezzato soltanto dal grigio del pavimento e dal verde dei tappeti, mentre l’uso di lampade da terra, posizionate negli angoli, rende l’illuminazione artificiale soffusa e calda.

giugno 30, 2008 Posted by | architettura sostenibile, Casa "Verde" | , , , , , , | Lascia un commento

Sostenibilità del vivere: Massimiliano Fuksas

giugno 20, 2008 Posted by | architettura sostenibile | , , | Lascia un commento

Veronesi parla del vegetarianesimo…

di Umberto Veronesi

da La Repubblica del 6 giugno 2008
Ciò che il vertice Fao “ha dimenticato” di discutere è il cuore del problema della fame nel mondo, che non è solo legato ai costi di produzione e distribuzione dei cibi, ma soprattutto alle abitudini alimentari della popolazione del pianeta.
Occorre una rivoluzione nell´alimentazione dei Paesi ricchi per dare il via concretamente e subito ad una soluzione della tragedia dei Paesi poveri, dove si soffre la fame. Noi siamo alle prese con il problema opposto: aumenta l´obesità fra i nostri figli, le nostre adolescenti anoressiche usano il troppo cibo come ricatto e se ne privano fino a lasciarsi morire, la nostra dieta opulenta ci fa ammalare sempre di più…Proprio su questi temi si riuniranno a Venezia a settembre alcuni fra i maggiori esperti per la Quarta Conferenza Mondiale sul Futuro della Scienza: «Food and Water for Life». Io penso che l´ingiustizia alimentare sia una delle peggiori iniquità dei nostri tempi: una questione di civiltà e di cultura, che ci riguarda tutti da vicino. C´è un comportamento individuale responsabile, infatti, che può contribuire a riequilibrare questi due drammatici estremi ed è la riduzione del consumo di carne.
Molti uomini di scienza e pensiero hanno creduto che la scelta vegetariana fosse quella giusta per l´armonia del pianeta. Dal genio rinascimentale di Leonardo da Vinci, che non poteva sopportare che i nostri corpi fossero le tombe degli animali, fino ad Albert Einstein, il più grande scienziato del ´900, che presagiva che nulla darà la possibilità di sopravvivenza sulla Terra, quanto l´evoluzione verso una dieta vegetariana. Anch´io sono convinto che il vegetarianesimo sia inevitabile, per tre motivi.
Il primo è di ordine ecologico/sociale. I prodotti agricoli a livello mondiale sarebbero in realtà sufficienti a sfamare i sei miliardi di abitanti, se venissero equamente divisi, e soprattutto se non fossero in gran parte utilizzati per alimentare i tre miliardi di animali da allevamento. Ogni anno 150 milioni di tonnellate di cereali sono destinate a bovini, polli e ovini, con una perdita di oltre l´80% di potenzialità nutritiva; in pratica il 50% dei cereali e il 75% della soia raccolti nel mondo servono a nutrire gli animali d´allevamento. L´America meridionale, per fare posto agli allevamenti, distrugge ogni anno una parte della foresta amazzonica grande come l´Austria. Trentasei dei quaranta Paesi più poveri del mondo esportano cereali negli Stati Uniti, dove il 90% del prodotto importato è utilizzato per nutrire animali destinati al macello. Viviamo in un mondo dove un miliardo di persone non ha accesso all´acqua pulita e per produrre un chilo di carne di manzo occorrono più di trentamila litri di acqua.
Già oggi non riusciamo neppure a contare quante malattie e quante morti potrebbe evitare un minor consumo di carne. Veniamo così indirettamente alla seconda motivazione del vegetarianesimo, che è la tutela della salute. Non ci sono dubbi che un´alimentazione povera di carne e ricca di vegetali sia più adatta a mantenerci in buona forma. Gli alimenti di origine vegetale hanno una funzione protettiva contro l´azione dei radicali liberi, cioè quelle molecole che possono alterare la struttura delle cellule e dei loro geni. Si può quindi pensare che chi segue un´alimentazione ricca di alimenti vegetali è meno a rischio di ammalarsi e possa vivere più a lungo.
C´è poi un secondo fattore. Noi siamo circondati da sostanze inquinanti, che possono mettere a rischio la nostra vita. Sono sostanze nocive se le respiriamo, ma lo sono molto di più se le ingeriamo. Consumando carne, ci mettiamo proprio in questa situazione, perché dall´atmosfera queste sostanze ricadono sul terreno, e quindi sull´erba che, mangiata dal bestiame, (o attraverso i mangimi) introduce le sostanze nocive nei suoi depositi adiposi, e infine nel nostro piatto quando mangiamo la carne. L´accumulo di sostanze tossiche ci predispone a molte malattie cosiddette “del benessere” (diabete non insulino-dipendente, aterosclerosi, obesità). Anche il rischio oncologico è legato alla quantità di carne che consumiamo.
Le sostanze tossiche si accumulano più facilmente nel tessuto adiposo, dove rimangono per molto tempo esponendoci più a lungo ai loro effetti tossici. Frutta e verdura sono alimenti poverissimi di grassi e ricchi di fibre: queste, agevolando il transito del cibo ingerito, riducono il tempo di contatto con la parete intestinale degli eventuali agenti cancerogeni presenti negli alimenti. I vegetali poi, oltre a contaminarci molto meno degli altri alimenti, sono scrigni di preziose sostanze come vitamine, antiossidanti e inibitori della cancerogenesi (come i flavonoidi e gli isoflavoni), che consentono di neutralizzare gli agenti cancerogeni, di “diluirne” la formazione e di ridurre la proliferazione delle cellule malate.
La terza motivazione, ma non ultima, è di ordine etico-filosofico ed è quella che ha fatto di me un vegetariano convinto da sempre. Io ero un bambino di campagna, amico degli animali e oggi sono un uomo che ha il massimo rispetto per la vita in tutte le sue forme, specie quando questa non può far valere le proprie ragioni. Il cibo è per me una forma di celebrazione della vita, ma non mi piace celebrare la vita negando la vita stessa ad altri esseri.
Umberto Veronesi

giugno 8, 2008 Posted by | Alimentazione veg(etari)ana, ANIMALI, stili di vita | , , , , | Lascia un commento